Storia - Villa Cassoli Pellegrini

Vai ai contenuti

Menu principale:

Storia

CENNI STORICI
La tradizione vuole che l’origine della proprietà Cassoli sia legata alla figura di Barnabo’ Visconti e Caterina Cassoli la cui famiglia ricevette alla fine del 1300 in eredità queste e più vaste terre nelle vicinanze di Milano, la cui proprietà rimase alla famiglia per i secoli successivi.
Storia, tradizione, arte e cultura traspaiono da ogni singolo mattone della Villa.
Fin dai primi nobili albori, ubicabili all’incirca nel XIV secolo, immersa in un paradisiaco paesaggio; ideata da Pellegrino Pellegrini, detto Tibaldi, ha visto l’intervento di vari ed illustri architetti e scultori, tra i quali l’Amati. Villa Cassoli completata da altri e non minori elementi architettonici, quali la cappella, le fontane, la limonaia, la rimessa dei cavalli ed i cancelli in ferro battuto settecentesco alle due relative entrate.
La villa si presenta come un corpo centrale della casa padronale a cui è unito sul lato occidentale alla cappella e a dei rustici che formano il cortile. E’ arricchito da due piazzali a giardino a nord e a sud della casa. Questi spazi sono arricchiti da stupendi elementi architettonici, dalla grande fontana del piazzale a mezzogiorno, e dai cancelli barocchi con bellissimi ferri battuti settecenteschi sui due ingressi assiali della casa.
Il fabbricato padronale si sviluppa su due piani, rivela una planimetria cinquecentesca di certo esemplare per una tipologia che avrà negli anni a venire ampio sviluppo. Due porticati a tre arcate sui lati nord e sud danno accesso al salone centrale che a sua volta collega i corpi laterali, non sporgenti e simmetrici.
«… L’architettura della facciata sud (quella dell’ingresso principale) è dominata dal doppio loggiato, ora chiuso con vetrate: al piano terreno le colonne toscane abbinate reggono gli archi sormontati dalle balconate sulle quali si eleva il secondo loggiato con archi però ribassati: i rapporti dell’interspazio fra le colonne e quello dell’arcata e la maggior robustezza dell’ordine inferiore sembrano confermare l’ipotesi dell’Amati, con la possibilità di un’attribuzione, se non al Pellegrini, alla sua epoca e ai suoi modi, di questa parte della costruzione; l’ordine superiore è infatti chiaramente più tardo: la balconata può anche ricordare caratteristiche ricchiniane, come vuole la tradizione […]. Le finestre ai lati dei loggiati, due per piano, sono sormontate dai timpani triangolari aggiunti dall’Amati, cui pure è dovuto, il cornicione a dentelli …»

 
Torna ai contenuti | Torna al menu